Basteranno 1000 anni a cambiare drammaticamente il nostro scheletro: ci trasformeremo in mostri e sarà tutta colpa della tecnologia.
Come sappiamo ormai da oltre cent’anni, l’evoluzione delle specie è data dal modo in cui esse si adeguano alle nuove necessità. Il motivo per cui le giraffe oggi hanno il collo così lungo, per esempio, è che per secoli sono sopravvissute soltanto quelle che riuscivano a mangiare anche le foglie più alte degli alberi, mentre quelle con il collo più corto sono semplicemente morte e non hanno potuto riprodursi.
A quanto pare è in atto un processo evolutivo dello scheletro umano, che si sta adeguando a svolgere nuove funzioni che sono diventate assolutamente predominanti nella nostra vita come reggere i dispositivi elettronici al livello dell’occhio e delle orecchie, digitare a lungo su una tastiera fisica o digitale eccetera.
Quanti di noi, per esempio, si ritrovano con forti dolori articolari e muscolari dopo aver passato una serata o una giornata digitando sui dispositivi elettronici in posizioni strane o scomode? A quanto pare questi problemi posturali diventeranno un’eredità da cui sarà molto difficile liberarci a meno di non correre ai ripari il più velocemente possibile. Proprio per faci capire la gravità della situazione alcuni anni fa è stato condotto uno studio molto interessante.
L’uomo tecnologico sarà un mostro
Secondo gli studiosi tutti i malanni che ci porteremo nel futuro saranno dettati dall’uso prolungato e spesso scorretto della tecnologia. Per questo motivo hanno già assunto dei nomi molto chiari.
Il collo tecnologico, per esempio, è una scorretta posizione del collo che viene spinto costantemente in avanti allo scopo di avvicinare la testa e gli occhi al dispositivo che si sta utilizzando. A quanto pare le vertebre e i muscoli si deformeranno fino a “bloccarlo” in questa posizione.
Il gomito dello smartphone, evoluzione del ginocchio della lavandaia, sarà invece un dolore articolare molto comune, derivato dalla necessità di tenere sempre lo smartphone davanti agli occhi o attaccato all’orecchio. L’uso degli auricolari a tale proposito potrebbe essere salvifico.
La parte peggiore però sono sicuramente gli artigli da testo, cioè una deformazione delle falangi delle dita che saranno bloccate nella classica “posizione ad artiglio” che ci è necessaria per reggere lo smartphone e digitare sulla tastiera senza farlo cadere.
Infine, la conseguenza più drammatica dal punto di vista cognitivo è che a furia di “spegnere il cervello” davanti agli schermi degli smartphone, esso diventerà più piccolo e, di conseguenza, nel giro di non troppi anni la maggioranza della popolazione diventerà molto più stupida.