Pochi sanno che fare i puzzle porta grandi benefici non solo ai bambini ma anche agli adulti. Approfondiamo l’argomento.
Ci sono dei giochi che non passano mai di moda, come ad esempio i puzzle, che consiste nell’unire i pezzi per ricostruire un’immagine.
Questo gioco ha diversi livelli di difficoltà in base alla grandezza e al numero dei pezzi. Per questo sono adatti sia hai bambini sia agli adulti. Attualmente, si sono evoluti tanto che sono stati creati puzzle tridimensionali per costruire monumenti, castelli o altro in versione 3D. Insomma, si tratta di un gioco, da fare da soli o in compagnia, che non dovrebbe mai mancare nelle case.
Ecco perché i puzzle fanno bene: se non lo ha mai fatto prima dovresti iniziare subito
Curiosa è la storia della nascita dei puzzle. L’ideatore fu John Spilsbury, un cartografo inglese che insegnava la geografia ai suoi studenti. Poiché questa materia era vista poco interessante dagli studenti che dovevano imparare le nozioni a memoria, un giorno Spilsbury incollò su alcune tavolette di legno pezzi di un planisfero. Gli studenti si divertirono a ricostruire il mondo e nello stesso tempo imparano la posizione dei vari Paesi.
Però, i puzzle così come li conosciamo, a tessere da incastrare, arrivarono nel 1910 ed erano di legno. Divennero di cartone solo negli anni Cinquanta.
Il concetto del gioco è semplice e immediato ma quello che molti non sanno è che portano grandi benefici alla salute grandi e piccini. Per questi ultimi i puzzle sono utili perché stimolano le capacità motorie, il coordinamento oculo-visivo, lo sviluppo delle abilità logico deduttive e spaziali. Ma anche la creatività, la pazienza e la curiosità.
Invece, negli adulti migliorano la concentrazione e stimolano la meditazione. Proprio per merito di questa si avrà un abbassamento della pressione sanguigna e un rallentamento della frequenza cardiaca.
Inoltre, i puzzle allenano la mente, stimolano la memoria a breve termine e la capacità di risoluzione dei problemi. Per queste ragioni sono utilizzati nel trattamento dell’autismo e come terapia per il Parkinson e l’Alzheimer. In questi ultimi due patologie, contrasta l’invecchiamento precoce.
I puzzle sono anche degli ottimi antistress poiché permettono di concentrarsi sulla ricerca dei pezzi mancanti creando un’attività stimolante. Tra l’altro, una ricerca condotta dall’Università di Yale ha rivelato che lo stress diminuisce se i puzzle si compongono in compagnia.
Per questo è importante coinvolgere tutta la famiglia nel comporre i puzzle. L’ideale sarebbe lasciare il puzzle a vista su un tavolo in modo che chiunque possa aggiungere un pezzettino ogni volta che si ha un momento libero.
Insomma, considerare i puzzle solo come un rompicapo è riduttivo perché per completarlo ci vuole concentrazione e collaborazione tra cervello e abilità manuali.