Cambia la procedura riguardo al divorzio, ora si può chiedere in un solo giorno. Attenzione alle novità e alle trappole: ecco che cosa sapere.
Nel mese di febbraio è entrata in vigore la riforma Cartabia la quale si è posta come obiettivo quello di introdurre un processo unificato per i divorzi e le separazioni. Ciò ha lo scopo di ridurre i costi legali e semplificare le procedure burocratiche.
La riforma Cartabia darà alle coppie la possibilità di completare le fasi di separazione e divorzio attraverso una procedura congiunta, evitando in questo modo di avviare due percorsi separati. Il lancio di questa pratica mira ad accelerare i tempi burocratici, affrontare gli eventuali ritardi nei tribunali e prevenire le duplicazioni di conflitti tra i due coniugi.
Proprio come c’era da immaginarselo, però, la possibilità di chiedere il divorzio in un solo giorno è oggetto di contestazioni e controversie varie da parte di alcuni giudici. Proprio per questa ragione è importante conoscere tutte le novità.
Divorzio in un giorno: cosa cambia e come richiederlo
Dopo l’introduzione della riforma Cartabia con questa novità riguardo le procedure congiunte sulle separazioni e sui divorzi sono intervenuti anche diversi tribunali in Italia i quali hanno emesso pronunce discordanti sul tema, creando in questo modo confusione e incertezza giuridica.
A rimettere le cose apposto e a dare il via libera per la richiesta del divorzio in un giorno è stata la Cassazione che ha stabilito che due persone hanno diritto di presentare una domanda congiunta e cumulativa per il processo di separazione e divorzio. Il procedimento unificato è una vera rivoluzione nel settore legale. Una decisione che è stata presa con soddisfazione dall’Organismo Congressuale Forense. Prima dell’introduzione della riforma Cartabia, gli ex coniugi avevano a che fare con una serie di passaggi lunghi e complessi per richiedere la separazione e poi il divorzio. Spesso le trattative erano conflittuali, per questo la riforma ha deciso di semplificare la procedura. Tanto che adesso esiste la possibilità di raggiungere un accordo unico che permette di inserire nella procedura tutte le richieste.
L’unico atto permette quindi di evitare le trattative ripetute tra le parti. Così i giudici avranno modo di emettere la sentenza dopo sei mesi. Un’accelerazione dei tempi e uno taglio sulla burocrazia importante, il cui obiettivo è quello di contribuire al rispetto degli obblighi che il nostro paese a preso nei confronti dell’UE nell’ambito del Pnrr.
La procedura deve avere un ricorso legale e deve fornire al giudice i documenti in merito alla situazione patrimoniale dei coniugi:
- Dichiarazione dei redditi degli ultimi 3 anni;
- Elenco dei beni di proprietà e delle quote societarie;
- Estratti conto dei conti bancari e finanziari.